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Sostenibilità, riduzione dell’impatto ambientale sono temi che ci coinvolgono tutti e in merito ai quali si dovrà fare sempre di più

Con progetti tutti italiani alleggeriamo la nostra impronta sull’ambiente

In tutto il mondo le aziende stanno adottando strategie di varia natura per ridurre l’impatto ambientale – la Coca Cola ad esempio sta facendo in modo di incoraggiare il riutilizzo delle bottiglie di plastica dando in omaggio una svariata serie di tappi per renderle fruibili, una volta vuote, in decine di modi diversi: temperamatite, lampade, dosatori per shampoo e persino contenitore per fare bolle di sapone.

E  anche le menti italiane, come sempre all’avanguardia, hanno dato vita a due interessanti iniziative.

Anzitutto, il progetto realizzato dall’azienda Frumat di Bolzano, che utilizza sottoprodotti e scarti di lavorazione alimentare per realizzare prodotti ecocompatibili. È nata così qualche anno fa la “cartamela” creata con pura cellulosa arricchita con gli scarti di lavorazione delle mele per la produzione di carta igienica, rotoli da cucina, fazzolettini da naso, scatole per il packaging. Oggi l’azienda è impegnata nella realizzazione della “pellemela”, un prodotto anch’esso ottenuto con gli scarti della lavorazione delle mele ma destinato alla legatoria, alle calzature e ai rivestimenti di divani e sedie. L’ interesse da parte dei fruitori di questi prodotti ecosostenibili è sempre più esteso, e non solo a livello nazionale ma anche oltreconfine, come in Germania, Austria, Svizzera e Francia.

Di diversa natura, ma sempre all’insegna della sostenibilità, un progetto che, primo in Italia, concretizza gli intenti del Protocollo di Kyoto. Si tratta di Zero Impact® Web creato da LifeGate, per permettere di ridurre e compensare le emissioni di anidride carbonica derivanti dall’utilizzo di internet. Ebbene sì, forse non tutti sanno che anche il web consuma energia, e non poca.  Si stima che l’Information Technology sia responsabile del 2 per cento delle emissioni di CO2 europee, con circa 7 milioni di centri elaborazione dati e 40 miliardi di kWh consumati all’anno. E poiché data center e centri di telecomunicazione sono solo destinati a crescere, ne consegue che nel 2020 potremmo arrivare al triplo dei consumi attuali.

Purtroppo non esiste una bacchetta magica che azzeri il consumo di elettricità e le emissioni di CO2: il progetto infatti non promette questo, ma si impegna a “compensare” il danno ambientale consentendo alla natura di fare il suo lavoro e “divorare” l’anidride carbonica che viene prodotta. Ogni aderente all’iniziativa versa, infatti, un piccolo importo annuo variabile – a seconda dei consumi associati al proprio sito web –  che servirà a creare e tutelare, con vincoli a lungo termine, foreste in crescita in Italia, Costarica e Madagascar.