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Marketing della città per la città: un team di professionisti dedica un video alla chiusura al traffico dello splendido Lungomare

 

Guardando questo video girato poco dopo la “liberazione” del Lungomare dal traffico caotico che tutti conoscevamo (e temevamo) anche chi non è napoletano può capire che cosa significhi vedersi restituire un pezzetto della propria magnifica città. E forse un po’ alla volta Napoli riuscirà a spezzare le catene e sollevarsi dalla sedia a rotelle a cui tante cose la trattengono, per offrire al mondo il suo volto migliore, un volto che già oggi c’è ma che viene regolarmente e costantemente offuscato.

http://www.youtube.com/watch?v=dshr7QLM6sw

E’ una splendida giornata di luglio, di quelle in cui ti pare di poter tuffare la mano in mare dall’alto della città. Il golfo si apre agli occhi del visitatore, l’isola di Capri adagiata sorniona al centro, il Vesuvio a chiudere la visuale sulla sinistra. Questa città parla, parla del suo sontuoso passato – ogni cosa che vedo è storia, ogni luogo che visito mi apre una mappa di personaggi ed eventi – ma parla anche del suo presente, e non dice le stesse cose che io, nel mio profondo nord, leggo e sento quotidianamente.

Si può dire che a Napoli tutto è colore e calore. Ecco, forse questa è una definizione che riesce a rendere giustizia della bellezza di cui godo mentre il taxi si arrampica per le strade del Vomero, della sensazione che ho provato affacciandomi al terrazzo dell’hotel che dà su una via Caracciolo inedita, silenziosa e scintillante di sole e mare, invasa non da traffico né spazzatura ma da biciclette, tricicli, carrozzine e passeggini, da bimbi e cani che gioiosamente si rincorrono, tutti padroni di questo lungomare finalmente proprietà delle persone e non più ostaggio di puzzolenti e rumorosi automezzi.  Anche in questo vedo la Napoli stufa di immondizia e camorra e mi chiedo perché l’informazione proponga sempre e solo questo inscindibile trinomio.

Qualcuno l’ha definita una città maltrattata da tutti, appollaiata su una sedia a rotelle da cui vuole alzarsi ma senza riuscirci, perché qualcuno l’ha incatenata su quel sedile.   Visitandola, si ha la sensazione che sia davvero così: cammini con il naso per aria ad ammirare i palazzi signorili ornati di stemmi nobiliari, entri nei loro cortili e quasi ti aspetti di sentire il tintinnio dei finimenti di una carrozza che attraversa l’ampio portale.  E mentre passeggi sai che sotto di te esiste un’altra Napoli, catacombale e sotterranea, di cui troppo poco si conosce.

Vorremmo  dedicare questo numero della newsletter agli amici che non ci sono più.

Tutti noi ne abbiamo. E non vogliamo dimenticarli – ma non potremmo neppure se lo volessimo, in quanto amici. Chi è stato con noi fin dall’adolescenza, chi ogni giorno ci ha affiancati nel lavoro fino a diventare ben più di un collega, chi è passato come una meteora per breve tempo ma con tanta intensità da sembrare una vita intera.