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Il termine deriva dalla fusione delle parole inglesi drunk e anorexia, cioè “alcolizzato/a” e anoressia, una via di mezzo tra l’ubriachezza e l’anoressia.

Da recenti studi risulta che il 30% delle donne di età compresa tra i 18 ed i 23 anni abbiano saltato almeno un pasto per risparmiare calorie e permettersi un drink alcolico (o ben più d’uno) senza rischio di ingrassare. Cosa più preoccupante, il 16% adotta questa prassi con regolarità. E il fenomeno pare si stia allargando anche a donne di età superiore, e agli uomini. Signori, ecco la drunkoressia.

Secondo i dati del ministero della Salute, i drunkoressici in Italia sono già più di 300 mila. Entrano a tutti gli effetti nella compagine dei tre milioni di giovanissimi in Italia che soffrono di disturbi alimentari. Hanno prevalentemente tra i 14 e i 17 anni, 8 su 10 sono femmine. Ed il loro numero è in costante e vertiginoso aumento.

Questo nuovo termine, seppure non ancora ufficialmente classificato nella sua accezione diagnostica, è stato coniato per descrivere i comportamenti sintomatici associati all’anoressia o alla bulimia coniugati con l’abuso di alcol. Le persone che soffrono di drunkoressia limitano l’assunzione di cibo nella giornata con l’obiettivo di risparmiare calorie; calorie che “spenderanno”, invece, in bevande alcoliche nel corso della serata.

Avere lo stomaco vuoto comporta per il soggetto drunkoressico un duplice vantaggio: contrastare l’eccesso di calorie da un lato, e dall’altro intensificare l’effetto dell’alcol, che in questo modo viene assorbito più velocemente producendo rapidi e più intensi effetti.

Tra l’altro se si ha fame è molto probabile che la richiesta di calorie da parte del corpo induca al consumo della bevanda alcolica in misura superiore – il che poi comporta il rischio di disidratazione e perdita di minerali. La pressione sull’organismo e sul cervello si fa sempre più pesante, e i rischi per la salute e per la funzione cognitiva più in generale sono evidenti.