Pensi che a qualcun altro potrebbe interessare questo articolo? Aiutaci a condividerlo:

Il consumo di alimenti e bevande, oltre ad essere un’esperienza fisica in grado di coinvolgere i nostri sensi, ci coinvolge anche dal punto di vista cognitivo e affettivo.

Il consumo di cibo è dunque sempre associato alla presenza di emozioni e questa relazione può essere studiata da due punti di vista: uno focalizzato sugli effetti dell’emozione sul comportamento alimentare e l’altro, al contrario, sugli effetti delle abitudini di consumo sulle nostre emozioni.

La definizione di cosa siano le emozioni è stata oggetto di frequenti dibattiti tra gli studiosi in materia, molti dei quali distinguono prima di tutto tra emozioni e stati d’animo: questi ultimi durano più a lungo di un’emozione e non sono focalizzati su un riferimento preciso. L’idea di emozione come reazione alla percezione di uno stimolo è stata evidenziata da molti autori i quali hanno definito l’ “emozione” come una breve ed intensa reazione psicologica e mentale legata ad un evento preciso. Atri neuroscienziati, hanno suggerito che le emozioni sono fortemente legate allo stato corporeo, perché sono in grado di modellare la maggior parte delle nostre esperienze quotidiane e sono fortemente connesse con le sensazioni fisiche. Essi definiscono le emozioni come “percezioni speciali” che ci informano sul nostro reale stato fisico e sulle sue alterazioni, dovute sia a stimoli interni che esterni. Le sensazioni sono quindi complesse e sono molti gli elementi che contribuiscono alla nostra percezione globale.

La connessione tra sensazioni fisiche che scaturiscono dall’interazione con l’ambiente esterno, emozioni e “super valutazione” delle emozioni, è particolarmente interessante in rapporto ai prodotti alimentari. Ad esempio alcuni autori, studiando i cambiamenti emozionali su un campione di donne dopo il consumo di cioccolato, hanno evidenziato da un lato uno stato di gioia (generata dal piacere di mangiare cioccolato) e dall’altro un senso di colpa che sembrava essere indotto dal pensiero negativo che associa il consumo di cioccolato all’incremento di peso. In altre parole, il consumo di alimenti e bevande non attiva soltanto reazioni emozionali sul piano fisiologico, neurale o somatico ma può anche provocare valutazioni che possono a loro volta attivare emozioni.

E’ da questo punto di vista che il contesto di consumo è importante in relazione alla percezione, alla valutazione sensoriale e all’esperienza emozionale suscitata dal consumo di un prodotto.

Il concetto di contesto di consumo contempla diversi aspetti. In particolare, nel caso del vino, uno di questi aspetti è il luogo, in quanto il vino è abitualmente bevuto in determinati ambienti. Un altro, strettamente collegato con il precedente, ha invece a che fare con le abitudini e le occasioni di consumo legate alla cultura di un popolo o di una data comunità. Altrettanto importanti sono gli aspetti legati al significato sociale e culturale che esso assume in un dato ambiente o area geografica. Ecco perché un’emozione non rappresenta la percezione di uno stimolo in sé ma una valutazione di circostanze sociali e situazionali nelle quali l’emozione è provata. Si potrebbe affermare che le emozioni sono “contesto-specifiche”: le emozioni che insorgono in un contesto di relazioni “private” sono quasi sempre differenti per qualità ed intensità da quelle sperimentate in una circostanza “pubblica”. L’esperienza emozionale legata al consumo di vino sembrerebbe addirittura non essere confinata al solo momento del consumo ma parrebbe in grado di protrarsi nel tempo e di generare ricordi in grado di riattivare gli stati emozionali provati anche a distanza di tempo.

Secondo altri autori, le condizioni che possono evocare emozioni legate al consumo di cibo si possono classificare in 5 diverse fonti: proprietà sensoriali, esperienze derivanti dal consumo (esperienze passate, ricordi), conseguenze associate (es. l’idea di ingrassare se si mangiano cibi poco sani), situazioni personali o culturali e comportamento di agenti esterni coinvolti nel consumo (per es. la gratificazione derivante dai complimenti ricevuti per i piatti preparati durante un evento o una cena).

Tuttavia, nonostante la forte associazione tra prodotti consumati ed emozioni, sembrerebbe esserci una certa difficoltà ad esprimere la propria esperienza olfatto-gustativa in termini emozionali. In altre parole, durante il consumo di un prodotto, tendiamo a descrivere più facilmente le sensazioni fisiche che il nostro cervello registra piuttosto che descrivere le sensazioni dal punto di vista emozionale. Situazione molto differente da ciò che accade nel rapporto con la musica e l’arte iconografica.

Da queste considerazioni, è partito uno studio che ha voluto indagare quali sono le emozioni principali legate al consumo di vino, presso un campione di consumatori italiani.

Le domande a cui la ricerca ha voluto rispondere sono:

quali sono i termini che permettono ai consumatori di comunicare le emozioni evocate dal consumo di un dato vino? E’ possibile selezionare un elenco di emozioni che i soggetti utilizzano più spesso per descrivere le sensazioni provate durante il consumo di un vino?

Partendo da una serie molto ampia di termini presenti in bibliografia, e riguardanti i prodotti alimentari in genere, gli autori di questo studio hanno quindi generato una lista finale di 16 aggettivi utili per la descrizione “emozionale” del vino. 12 di questi aggettivi descrivono emozioni positive – Divertente, Allegro, Euforico, Gioioso, Passionale, Appassionato, Interessante, Elegante, Curioso, Desiderabile, Armonioso, Piacevole – e 4 hanno invece valenza negativa – Aggressivo, Prepotente, Disgustoso, Blando.

Come già dimostrato in diversi studi, il profilo emozionale rappresenta un esempio della natura multidisciplinare della sensory and consumer science e risulta molto utile se integrato con quelli che sono gli approcci più classici: può essere abbinato ad un profilo sensoriale di un vino – per cercare di interpretare quali caratteristiche intrinseche al prodotto sono maggiormente legate a determinate emozioni – oppure, associato a studi sul gradimento di un prodotto, può contribuire a descrivere e comprendere ciò che muove le scelte del consumatore, oltre gli aspetti puramente sensoriali di un vino o di un prodotto in genere.

 Autore: Silvia Abbà

Fonte: The emotional response to wine consuption

  1. Ferrarini; C, Carbognin; E.M. Casarotti; E. Nicolis; A. Nencini; A.M. Meneghini