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MERCATO GLUTEN FREE IN CRESCITA ESPONENZIALE. ANCHE CHI NON È INTOLLERANTE SEMBRA AMARE QUESTI ALIMENTI, TUTTAVIA GLI ESPERTI CI METTONO IN GUARDIA.
UNO STUDIO PRESENTATO A PARIGI ILLUSTRA I RISCHI DI UN CONSUMO TROPPO DISINVOLTO DA PARTE DI CHI NON HA PROBLEMI DI INTOLLERANZA.

Gli scaffali degli alimentari si arricchiscono di prodotti senza glutine, per i quali si prevede una crescita di tutto rispetto: circa il 10% all’anno almeno fino al 2020.   Il fenomeno è solo in parte da attribuirsi ad una sempre più diffusa conoscenza della celiachia e delle intolleranze alimentari, ed infatti i prodotti senza glutine – soprattutto quelli da forno – vengono acquistati e consumati anche da chi non ha problemi di sorta (in questo caso sembra che le donne occupate siano il target che più volentieri cede al fascino dei gluten free).  Un esempio? Negli Stati Uniti si è riscontrato che soltanto l’1% della popolazione soffre di celiachia, mentre un ulteriore 6% accusa una qualche intolleranza alimentare. Eppure, il 30% degli americani adulti preferisce acquistare gli alimenti senza glutine, nella convinzione che si tratti di prodotti più salutari.

Ma gli esperti ci mettono in guardia: a Parigi, in occasione del 50esimo congresso della Società Europea di Epatologia e Gastroenterologia Pediatrica, è stato presentato uno studio di comparazione tra le proprietà nutritive di prodotti con e senza glutine. Si sono presi in esame 654 prodotti gluten free confrontandoli con la controparte con glutine, e si è dimostrato che gli alimenti gluten free sembrano porre un rischio di obesità, in quanto contenenti una quantità maggiore di lipidi e acidi grassi saturi. Si è anche riscontrato che molti prodotti con glutine contengono fino a tre volte la quantità di proteine offerta dai sostituti gluten free. E dunque, se è vero che la pasta senza glutine ha un ridotto contenuto di zucchero e proteine e può risultare meno calorica, è anche vero che i biscotti, che pure hanno un contenuto di proteine più povero, sono invece più ricchi di grassi e quindi con parecchie calorie in più.

Secondo il dott. Joaquim Calvo Lerma, leader dello studio, ci sono ancora ampi spazi di miglioramento nel settore senza glutine: le aziende dovranno infatti rivedere le composizioni di questi alimenti e renderne i valori nutrizionali più vicini agli omologhi contenenti glutine. Un’esigenza, questa, rivolta soprattutto ai bambini, che devono seguire una dieta bilanciata e completa.